Edilizia riparte solo se sostenibile
Grazie a incentivi e detrazioni, oltre 23.5 miliardi di investimenti nel 2015.
L’obiettivo è la stabilizzazione dei bonus.
L’evoluzione tecnologica ha reso disponibili soluzioni molto efficaci a costi sempre minori e si stima che una intelligente politica a livello globale
di riduzione delle emissioni potrebbe servire, non solo a limitare i danni del cambiamento climatico, ma anche a contrastare la crisi economica e aumentare
l’occupazione: nel caso specifico uno dei settori che potrebbe essere protagonista di queste nuove politiche energetiche e di contenimento delle emissioni
è il settore dell’edilizia, delle costruzioni e in generale dell’efficientamento energetico.
Secondo la Commissione Europea infatti, per ridurre del 40% le emissioni entro il 2030, rispetto a quelle del 1990,
serviranno investimenti annui di 38 miliardi di euro, la metà dei quali proprio nel settore della riqualificazione edilizia.
Il settore delle costruzioni fatica ancora a uscire dalla crisi, dopo aver perso un quarto della sua forza lavoro, migliaia di imprese e oltre 500 mila addetti
tra il 2008 e il 2015, ma sta rialzando la testa grazie alle ristrutturazioni e alle riqualificazioni edilizie, i cui crediti di imposta ed ecobonus si sono rivelati
una vero e proprio salvagente.
Dati incoraggianti. Ecobonus verso la proroga per il 2016
Secondo il Rapporto sull’impatto economico delle detrazioni fiscali per il recupero e la ristrutturazione edilizia e per la riqualificazione energetica
del patrimonio immobiliare, presentato dalla Camera e dal Cresme (Centro ricerche economiche, sociali di mercato per l’edilizia e il territorio,
la riqualificazione del patrimonio edilizio), questo mix di politiche energetiche e di incentivi fiscali
sono attualmente il traino principale del mercato delle costruzioni.
Il Rapporto evidenzia come, nei primi otto mesi del 2015, i crediti di imposta del 50% per le ristrutturazione edilizie e del 65% per il risparmio energetico
hanno prodotto investimenti per 15.906 milioni mentre la previsione per l’intero anno è un investimento complessivo di 23,5 miliardi,
equivalente a 351mila posti di lavoro fra occupazione diretta e indotta.
I numeri sono l’indicatore più eclatante del successo di popolarità degli ecobonus.
Dal 1998 al 2015 sono state presentate 12,5 milioni di domande per i bonus: si tratta del 50% delle famiglie e del 40% delle abitazioni presenti in Italia.
Un autentico boom di domande generato dai due bonus, in particolare dal 2013 in poi quando l’investimento complessivo è passato dai 19,2 miliardi del 2012 ai
27,9 miliardi del 2013 e ai 28,4 miliardi del 2014. Immediate le reazione positive del mondo della politica, impegnato nella battaglia per la stabilizzazione
dei due bonus che, senza approvazione della legge di stabilità, a partire da gennaio 2016 tornerebbero al 36%.
Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera ribadisce la necessità di stabilizzare i bonus e farne la prima pietra per una politica che punti
a un’azione ampia di efficientamento energetico e di riqualificazione urbana, rafforzando l’uso di questi strumenti anche nel consolidamento antisismico e
nella bonifica dell’amianto. I segnali dunque sono incoraggianti e tutto sembra promettere la riconferma degli ecobonus anche per il 2016.
Nuovi beneficiari: giovani coppie, condomini, aziende e edilizia pubblica
A pochi giorni dall’approvazione della Legge di Stabilità 2016, attualmente al vaglio di Bruxelles, ci sono comunque quattro novità importanti
che riguarderanno giovani coppie in affitto, fabbricati industriali, condomini ed edilizia residenziale pubblica.
Il bonus sarà infatti esteso anche alle giovani coppie che andranno a vivere in affitto, senza che si debbano prevedere dei lavori di ristrutturazione dell’unità immobiliare.
Solo per questa tipologia di soggetti sarà dunque possibile usufruire del bonus sull’acquisto degli arredi senza la concomitante apertura di un cantiere edilizio.
Buone notizie anche per le aziende, finora escluse dai soggetti destinatari delle agevolazioni fiscali.
Con i nuovi bonus ristrutturazione ed Ecobonus 2016, anche le spese realizzate dalle imprese sulle costruzioni strumentali all’attività potranno
beneficiare del credito di imposta per lavori di manutenzione straordinaria e di efficientamento energetico. Stessa cosa per gli interventi di riqualificazione globale
dei condomini che, grazie all’aggiunta di una strumentazione di certificazione energetica, potranno pagare gli investimenti in bolletta energetica,
incamerando senza esborso finanziario i benefici del minor consumo energetico.
Infine rientreranno tra i beneficiari delle detrazioni anche gli interventi sul patrimonio di edilizia residenziale pubblica e sugli edifici scolastici.
Misure importanti che, oltre a rilanciare l’economia investendo su un’edilizia di qualità che non consumi nuovo territorio, ma punti su innovazione e sicurezza,
è anche una strada per affrontare i problemi posti dai mutamenti climatici in atto, considerando che ancora oggi circa un terzo dei consumi energetici e delle emissioni di CO2
si devono proprio all’inadeguatezza degli edifici.
FONTE: www.infosostenibile.it